Candele fatte in casa
L'occorrente
- Una vecchia pentola in cui mettere l'acqua per sciogliere la cera in bagnomaria.
- Dei vecchi pentolini in cui mettere la cera da sciogliere; noi abbiamo ricavato questi pentolini dalle scatole di latta del caffè e dei pelati; tagliando la scatola e ripiegando poi la parte ritagliata in modo da formare un manico, lo abbiamo rivestito con i tubi di cartone della carta da cucina, per non tagliarci.
- Un vecchio coltello per tagliare a pezzi le candele "recuperate" da fondere.
- Un taglierino, una forbice e degli stecchini da spiedino.
- Una bomboletta di olio silicone spray, oppure olio da tavola, per "ungere" gli stampi.
- Filo di ferro o graffette per fissare gli oggetti messi all'interno della candela (fette di arancio, bastoncini di cannella, ecc.).
- Gli stampi: in commercio si trovano degli stampi per candele in plastica o in lattice, ma si possono anche usare degli stampi ricavati da scatole del caffè oppure dai cartoni del latte; si può scegliere qualsiasi forma, l'importante è che poi si possa sfilare la candela una volta che questa si è raffreddata.
- Un apriscatole, utile per tagliare il bordo della latta del caffè che altrimenti impedirebbe alla candela di uscire.
- Dei pastelli a cera oppure cera colorata (utilizzando ad es. vecchie candele colorate) da sciogliere insieme alla cera per colorarla.
- Un nastro di carta per chiudere il buco nello stampo (es. cartone del latte) necessario per fissare lo stoppino.
- Degli stoppini ricavabili da comuni cordini oppure da vecchie candele. Per comodità, per alcuni tipi di candela, si può usare anche una intera candela come stoppino.
- Infine, ma fondamentale, la paraffina! Questa può essere ricavata in vari modi: dalle vecchie candele, facendole a pezzi e levandogli lo stoppino; comperandola in grani nei colorifici o nei negozi di belle arti; direttamente dalle cererie, in tal caso otterrete un enorme risparmio ma dovete comperare sacchi da 20/30 Kg.
- Dei vecchi pentolini in cui mettere la cera da sciogliere; noi abbiamo ricavato questi pentolini dalle scatole di latta del caffè e dei pelati; tagliando la scatola e ripiegando poi la parte ritagliata in modo da formare un manico, lo abbiamo rivestito con i tubi di cartone della carta da cucina, per non tagliarci.
- Un vecchio coltello per tagliare a pezzi le candele "recuperate" da fondere.
- Un taglierino, una forbice e degli stecchini da spiedino.
- Una bomboletta di olio silicone spray, oppure olio da tavola, per "ungere" gli stampi.
- Filo di ferro o graffette per fissare gli oggetti messi all'interno della candela (fette di arancio, bastoncini di cannella, ecc.).
- Gli stampi: in commercio si trovano degli stampi per candele in plastica o in lattice, ma si possono anche usare degli stampi ricavati da scatole del caffè oppure dai cartoni del latte; si può scegliere qualsiasi forma, l'importante è che poi si possa sfilare la candela una volta che questa si è raffreddata.
- Un apriscatole, utile per tagliare il bordo della latta del caffè che altrimenti impedirebbe alla candela di uscire.
- Dei pastelli a cera oppure cera colorata (utilizzando ad es. vecchie candele colorate) da sciogliere insieme alla cera per colorarla.
- Un nastro di carta per chiudere il buco nello stampo (es. cartone del latte) necessario per fissare lo stoppino.
- Degli stoppini ricavabili da comuni cordini oppure da vecchie candele. Per comodità, per alcuni tipi di candela, si può usare anche una intera candela come stoppino.
- Infine, ma fondamentale, la paraffina! Questa può essere ricavata in vari modi: dalle vecchie candele, facendole a pezzi e levandogli lo stoppino; comperandola in grani nei colorifici o nei negozi di belle arti; direttamente dalle cererie, in tal caso otterrete un enorme risparmio ma dovete comperare sacchi da 20/30 Kg.
Di solito la cera comperata presso i negozi o le cererie è già miscelata con una minima parte di stearina e quindi non dovete preoccuparvi di comperare anche quest'ultima che ha lo scopo di aumentare il punto di fusione della candela per farla durare di più.
Per contro le candele con poca stearina sono più trasparenti e si prestano meglio a creare candele artistiche.
Nei negozi si trova anche la cera in granellini già colorata che sembra sabbia (cristalli di cera): con questa potete realizzare delle candele senza bisogno di fonderle, basta infatti mischiare a piacere vari strati di cera di colore diverso in un bicchiere od una ciotola trasparenti.
Per contro le candele con poca stearina sono più trasparenti e si prestano meglio a creare candele artistiche.
Nei negozi si trova anche la cera in granellini già colorata che sembra sabbia (cristalli di cera): con questa potete realizzare delle candele senza bisogno di fonderle, basta infatti mischiare a piacere vari strati di cera di colore diverso in un bicchiere od una ciotola trasparenti.
Gli stoppini
In commercio si trovano stoppini già preparati, cerati o non cerati. Si possono però preparare anche in casa. Se si stanno facendo delle candele "tradizionali" (ossia con la paraffina!) è sufficiente prendere un pezzo di filo di cotone e immergerlo nella cera liquida e lasciarlo solidificare, ripetendo un paio di volte l'operazione. In alternativa si possono anche usare stoppini "riciclati" da candele già fatte; oppure, a seconda delle candele che si stanno realizzando, è consigliabile usare come stoppino una candela pronta (come quella della foto).
Lo stoppino può anche essere non cerato: infatti, una volta che lo si è sistemato al centro dello stampo e colato la cera, questo automaticamente si impregna di cera liquida e quindi diventa cerato. Quando si accenderà la candela, per effetto di un processo di osmosi, si cererà anche la parte di stoppino che esce dalla candela e che non si è cerato durante la colata; in altre parole: per effetto del calore che si sprigiona nell'accensione, la cera intorno allo stoppino diventa liquida e viene "succhiata" dallo stoppino come se questo fosse una spugna. Per esperienza possiamo dire che la scelta dello stoppino non è poi così critica, si possono scegliere di vari diametri, quello che importa è trovare un giusto rapporto tra lunghezza della fiamma (lunghezza dello stoppino che prende fuoco) e diametro della candela, infatti se la fiamma è troppo alta, si sprigiona troppo calore e si scioglie troppa cera, di conseguenza la fiamma si abbassa fino a spegnersi. Se lo stoppino non era troppo alto il processo si stabilizza da solo e la candela non si spegne. Se invece l'accensione parte con uno stoppino corto, la fiamma si stabilizza più facilmente. Infine, se l'accensione parte con uno stoppino troppo corto, la fiamma tende a spegnersi perché lo stoppino tende a consumarsi più velocemente della cera che ha intorno. L'intensità del calore sprigionato oltre che dalla lunghezza dello stoppino dipende anche dal suo diametro.
Lo stoppino può anche essere non cerato: infatti, una volta che lo si è sistemato al centro dello stampo e colato la cera, questo automaticamente si impregna di cera liquida e quindi diventa cerato. Quando si accenderà la candela, per effetto di un processo di osmosi, si cererà anche la parte di stoppino che esce dalla candela e che non si è cerato durante la colata; in altre parole: per effetto del calore che si sprigiona nell'accensione, la cera intorno allo stoppino diventa liquida e viene "succhiata" dallo stoppino come se questo fosse una spugna. Per esperienza possiamo dire che la scelta dello stoppino non è poi così critica, si possono scegliere di vari diametri, quello che importa è trovare un giusto rapporto tra lunghezza della fiamma (lunghezza dello stoppino che prende fuoco) e diametro della candela, infatti se la fiamma è troppo alta, si sprigiona troppo calore e si scioglie troppa cera, di conseguenza la fiamma si abbassa fino a spegnersi. Se lo stoppino non era troppo alto il processo si stabilizza da solo e la candela non si spegne. Se invece l'accensione parte con uno stoppino corto, la fiamma si stabilizza più facilmente. Infine, se l'accensione parte con uno stoppino troppo corto, la fiamma tende a spegnersi perché lo stoppino tende a consumarsi più velocemente della cera che ha intorno. L'intensità del calore sprigionato oltre che dalla lunghezza dello stoppino dipende anche dal suo diametro.
Lo stoppino può essere aggiunto in diversi modi:
- Prima della colata: si fissa lo stoppino allo stampo facendolo passare per un buco che poi andrà energicamente chiuso con più passaggi di nastro adesivo da un lato e tenendolo teso dall'altro lato semplicemente arrotolandolo ad uno stecchino da spiedino messo di traverso.
- Durante la colata: si fissa una candela al centro dello stampo ed in seguito si cola la cera (di solito si usa questo metodo per candele medio-alte, per dare stabilità alla candela stessa).
- Mentre la candela solidifica: mettendo un ferro da calzamaglia al centro della candela e tenendolo in posizione fino al raffreddamento (occorre ogni tanto rigirare sul posto il ferro in modo da non farlo aderire alla cera e facilitarne l'estrazione ). Se non si ha a disposizione un ferro allora si può usare un bastoncino da spiedino, in tal caso occorre però rigirarlo più volte altrimenti diventa impossibile l'estrazione una volta che la candela si è solidificata. Una volta estratta la candela dallo stampo si estrae il ferro e si inserisce al suo posto lo stoppino.
- A candela solidificata: con un ferro da calza arroventato si pratica a più riprese (quando il ferro si raffredda occorre riscaldarlo di nuovo) un buco nel mezzo della candela già solidificata e si inserisce poi lo stoppino.
- Durante la colata: si fissa una candela al centro dello stampo ed in seguito si cola la cera (di solito si usa questo metodo per candele medio-alte, per dare stabilità alla candela stessa).
- Mentre la candela solidifica: mettendo un ferro da calzamaglia al centro della candela e tenendolo in posizione fino al raffreddamento (occorre ogni tanto rigirare sul posto il ferro in modo da non farlo aderire alla cera e facilitarne l'estrazione ). Se non si ha a disposizione un ferro allora si può usare un bastoncino da spiedino, in tal caso occorre però rigirarlo più volte altrimenti diventa impossibile l'estrazione una volta che la candela si è solidificata. Una volta estratta la candela dallo stampo si estrae il ferro e si inserisce al suo posto lo stoppino.
- A candela solidificata: con un ferro da calza arroventato si pratica a più riprese (quando il ferro si raffredda occorre riscaldarlo di nuovo) un buco nel mezzo della candela già solidificata e si inserisce poi lo stoppino.
Il procedimento base
Il procedimento è molto semplice:
- Mettere la cera da sciogliere nei pentolini e mettere questi nella pentola a bagnomaria.
- Regolare la fiamma in modo che l'acqua arrivi quasi all'ebollizione: attenzione a non far bollire l'acqua ed evitare che schizzi di acqua entrino nella cera.
- La temperatura ideale è di circa 80°C.
- Attendere che la cera si sciolga ed aggiungere dei pezzetti di pastello per colorarla, mescolando bene. Un consiglio è quello di mettere piccoli pezzetti di pastello fino ad ottenere la tonalità di colore desiderata: è importante ricordare che la cera liquida è sempre più chiara della cera solidificata; per verificare il colore provare a far solificare un pezzettino di cera prima di procedere con la candela. Non esagerare con il pastello poiché se messo in eccesso forma degli inestetici grumi che possono rovinare la candela.
- Mentre la cera si sta sciogliendo pulire lo stampo e spruzzare al suo interno in modo regolare il silicone, in questo modo la candela, una volta raffreddata, si staccherà facilmente dalle pareti. Usate il silicone anche se lo stampo è il cartone del latte e quindi ha le pareti già cerate: si facilita il distacco e rende la candela più lucida.
- A seconda dello stampo scelto, lo stoppino andrà aggiunto prima di colare la cera oppure dopo (vedi sopra).
- Una volta che è stata colata la cera nello stampo occorre aspettare che si raffreddi; poiché raffreddandosi la paraffina diminuisce il proprio volume tenderà a formarsi un avvallamento della candela che andrà colmato con altra cera liquida. Per non fare vedere l'avvallamento e l'inestetico tentativo di coprirlo, è consigliabile usare come base di accesione della candela quella che durante la colata si trova in basso: praticamente è bene "capovolgere" la candela!.
- Mettere la cera da sciogliere nei pentolini e mettere questi nella pentola a bagnomaria.
- Regolare la fiamma in modo che l'acqua arrivi quasi all'ebollizione: attenzione a non far bollire l'acqua ed evitare che schizzi di acqua entrino nella cera.
- La temperatura ideale è di circa 80°C.
- Attendere che la cera si sciolga ed aggiungere dei pezzetti di pastello per colorarla, mescolando bene. Un consiglio è quello di mettere piccoli pezzetti di pastello fino ad ottenere la tonalità di colore desiderata: è importante ricordare che la cera liquida è sempre più chiara della cera solidificata; per verificare il colore provare a far solificare un pezzettino di cera prima di procedere con la candela. Non esagerare con il pastello poiché se messo in eccesso forma degli inestetici grumi che possono rovinare la candela.
- Mentre la cera si sta sciogliendo pulire lo stampo e spruzzare al suo interno in modo regolare il silicone, in questo modo la candela, una volta raffreddata, si staccherà facilmente dalle pareti. Usate il silicone anche se lo stampo è il cartone del latte e quindi ha le pareti già cerate: si facilita il distacco e rende la candela più lucida.
- A seconda dello stampo scelto, lo stoppino andrà aggiunto prima di colare la cera oppure dopo (vedi sopra).
- Una volta che è stata colata la cera nello stampo occorre aspettare che si raffreddi; poiché raffreddandosi la paraffina diminuisce il proprio volume tenderà a formarsi un avvallamento della candela che andrà colmato con altra cera liquida. Per non fare vedere l'avvallamento e l'inestetico tentativo di coprirlo, è consigliabile usare come base di accesione della candela quella che durante la colata si trova in basso: praticamente è bene "capovolgere" la candela!.
Il tempo di solidificazione dipende dal diamentro della candela ed è di solito di qualche ora; sarà la candela stessa a "dire" quando si è rafreddata, infatti solo quando questa è completamente fredda si assiste ad un restringimento che ci permette di sfilarla con facilità. Se non si riesce a sfilare una candela o non avete unto lo stampo, oppure non è ancora del tutto fredda, quindi bisogna attendere.
Per accelerare la solidificazione si può immergere la candela nell'acqua fredda, ma è importante che la candela si raffreddi con gradualità, quindi non mettetela nel frizer altrimenti si crepa rendendo così vano il vostro lavoro.
Per accelerare la solidificazione si può immergere la candela nell'acqua fredda, ma è importante che la candela si raffreddi con gradualità, quindi non mettetela nel frizer altrimenti si crepa rendendo così vano il vostro lavoro.
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