PostHeaderIcon Iperico

 L'iperico (noto anche come Erba di S. Giovanni) è divenuto famoso da qualche anno da quando alcuni psichiatri americani hanno dimostrato l'utilità di questa erba contro il più attuale dei mali: la depressione. Ma, chi si occupa di medicina naturale sa che le virtù dell'iperico sono conosciute da secoli. La fama dell'iperico procede di pari passo con la storia dei Templari cavalieri misteriosi e leggendari del medioevo. I Templari furono i primi a scoprire che l'iperico, oltre alle ustioni e alle ferite da taglio, era utilissimo per migliorare l'umore dei guerrieri che rimanevano immobilizzati a letto per mesi.
Tra i componenti dell'Iperico abbiamo un olio essenziale e derivati fenolici, tra cui un pigmento rosso chiamato ipericina; da questo deriva il nome di erba di San Giovanni, in quanto il rosso ricorda il sangue versato dal Santo fatto decapitare da Salomè. La festa si San Giovanni del 24 giugno si rifà ad un rito pagano dei Germani, i quali usavano addobbare con l’iperico fiorito i luoghi dove festeggiavano il solstizio d’estate.
L’iperico ha indubbiamente una azione rasserenante sull’umore, che si manifesta dopo 2/3 settimane di regolare assunzione ai dosaggi consigliati (generalmente 300mg./die). E’ valido nelle forme ansiose depressive e, combinato con la valeriana, ha un effetto simile a quello di un antidepressivo triciclico. Una serie di studi recenti in doppio cieco, che comparavano gli effetti degli estratti d'iperico con quelli del placebo, hanno indicato come esso sia efficace come prescrizione antidepressiva, pur presentando pochissimi effetti collaterali.
In pratica, quindi, può essere un efficace sostituto dei farmaci antidepressivi tradizionali, nei casi di depressione lieve o moderata.
Presenta un’azione fotosensibilizzante, per cui è sconsigliata la lunga esposizione al sole durante l’assunzione. Non sono noti altri effetti collaterali, a parte un certo nervosismo in più durante i primi giorni, compensabile con compresse di valeriana.

L’iperico fiorisce dal solstizio d’estate (ecco perché si chiama erba di San Giovanni) a settembre; i fiori profumano intensamente di limone e producono un frutto rossastro che contiene i semi, ed è cosparso da piccole ghiandole, che secernono un pigmento rosso scuro.

Il fatto che sbocci a ridosso del solstizio d'estate e di San Giovanni, tradizionalmente notte delle streghe, le ha probabilmente conferito la nomea di cui sopra. Veniva coltivato o appeso fuori delle case per scacciare diavoli e malefici, infatti veniva chiamato anche “scaccia diavoli”. Era consigliato come amuleto da indossare la sera, per aiutare chiunque avesse avuto la sfortuna d’incontrare una megera, intenta a volare con la sua scopa per raggiungere il Grande Noce che, secondo la leggenda, era il punto di ritrovo delle streghe. Nel Medioevo si riteneva che un decotto di fiori d'iperico, raccolti prima dell'alba, servisse a scacciare qualsiasi mania e a guarire dalla rabbia. Veniva anche bruciato come incenso. Con la cristianizzazione, si diffuse la leggenda che l'iperico fosse nato dal sangue di San Giovanni, alimentando la credenza di cui sopra, e che il diavolo volesse distruggerla trafiggendola, ma l'unico risultato ottenuto fu quello di perforarle. Sempre nel lontano Medioevo, nacquero leggende comuni un po' a tutta la zona europea: con l'iperico, colto la notte di San Giovanni, le ragazze da marito potevano divinare se avrebbero trovato il sospirato sposo nel corso dell'anno. Bastava cogliere un rametto d'iperico ed appenderlo nella propria camera da letto. Se il mattino seguente era fresco e vegeto, entro l'anno ci sarebbe stato il matrimonio. Inoltre, si racconta che, la vigilia della festa di mezza estate, nei villaggi si preparavano dei grandi falò (per questo era chiamata anche notte dei fuochi); i contadini indossavano coroncine di Iperico, e danzando lanciavano rametti della pianta per propiziare un raccolto abbondante ed allontanare dal proprio bestiame malefici e malattie. Si dice anche che c'era l'usanza di mettere sui tetti delle case l'Iperico, per proteggere le abitazioni dai fulmini.

Ed ancora che, il giorno dei fuochi solstiziali, i più coraggiosi, che volevano avvistare gli esseri infernali, sfidavano la sorte nascondendosi a lato di un crocicchio, appoggiando una forca di legno di fico sotto il mento ed un catino d'acqua sotto i piedi; con un il mazzetto di fiori d'Iperico tra le vesti, aspettavano lo scoccare della mezzanotte, ed ecco che urla e schiamazzi echeggiavano tra i vicoli: le fattucchiere uscivano tenebrose dai loro nascondigli per spaventare i paesani.

Si narra inoltre, che i cavalieri medioevali erano ammessi alle giostre, soltanto dopo aver assicurato e giurato sul loro onore di non indossare sotto l'armatura l'erba di San Giovanni, che avrebbe conferito loro una protezione disonesta.
Ancora oggi le persone anziane raccontano che l'erba di San Giovanni veniva usata dalle donne durante la Grande Guerra, portata indosso, nella speranza che servisse a proteggerle dalla violenza sessuale. Nello stesso tempo i combattenti spalmavano sulle canne dei fucili la linfa purpurea, per assicurarsi una buona mira.

Veniva utilizzato come cura popolare contro la pazzia, la tristezza e malinconia.
Con l'avvento del Cristianesimo, la pianta fu dedicata a San Giovanni Battista, ritenendo che olio dal colore purpureo che l'Iperico genera dai fiori e dalle foglie, fosse il sangue del Santo.
Una leggenda racconta che le foglie dell'Iperico abbiano dei piccoli fori, perché Satana, stizzito, avrebbe perforato la pianta, dato che un rigagnolo del sangue di San Giovanni Battista avrebbe sbarrato il passo alle legioni dei suoi adepti.

LINGUAGGIO DEI FIORI: è considerata una delle più potenti piante antimaleficio, un autentico talismano.

ANEDDOTI E CREDENZE: il fatto che sbocci a ridosso del solstizio d'estate e di San Giovanni, tradizionalmente notte delle streghe, le ha probabilmente conferito la nomea di cui sopra. Veniva coltivato o appeso fuori delle case per scacciare diavoli e malefici. Nel Medioevo si riteneva che un decotto di fiori d'perico raccolti prima dell'alba servisse a scacciare qualsiasi mania e a guarire dalla rabbia. Veniva anche bruciato come incenso. Con la cristianizzazione, si diffuse la leggenda che l'iperico fosse nato dal sangue di San Giovanni, alimentando la credenza di cui sopra, e che il diavolo volesse distruggerla trafiggendola, ma l'unico risultato ottenuto fu quello di perforarle. Sempre le lontano Medioevo nacquero leggende comuni un po' a tutta la zona europea: con l'iperico, colto la notte di San Giovanni, le ragazze da marito potevano divinare se avrebbero trovato il sospirato sposo nel corso dell'anno. Bastava cogliere un rametto d'iperico e appenderlo nella propria camera da letto. Se il mattino seguente era fresco e vegeto entro l'anno ci sarebbe stato il matrimonio, altrimenti…